Resistenza…ieri…oggi…sempre!!!

Questa lapide si trova a Scandicci (Fi) sotto il loggiato del vecchio palazzo comunale in piazza Matteotti.

“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle  carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione”.  Piero Calamandrei.

La Resistenza non è solo una commemorazione, non riduciamola al solo  giorno del ricordo, dell’omaggio, di qualcosa che fù, di qualcosa appartenente al passato e di cui non si riparlerà fino al prossimo 25 Aprile.  Non servono le parate, i discorsi dei politicanti, recitati come compitucci da ripetere perchè previsti nel calendario delle attività.  Tutti gli uomini e le donne che si sono sacrificati perchè noi oggi possiamo godere della libertà si rivolterebbero nelle tombe. Sarebbe stato un martirio con un fine temporaneo. La vita è un fluire, un’acqua che contiene il passato, l’oggi, il futuro…non c’è un tempo chiuso, generato  e finito in se stesso.  La Resistenza è un patrimonio vivo e  immortale e come tale va custodito, difeso,curato, alimentato, amato. I valori che contiene e a cui siamo advenuti non si mantengono inalterati nello scorrere degli anni, per grazia ricevuta. Il tempo, l’usura, l’indifferenza, la stoltezza, l’incuria, possono deteriorarli, snaturarli, distruggerli. Basta vedere cosa succede oggi nel nostro Paese, in cui la libertà, il progresso, l’uguaglianza, il diritto, vengono minati, aggrediti, calpestati e spesso annientati. Allora urge essere partigiani, attivi, informati, consapevoli, sempre. La Resistenza che vorrei oggi è diversa dal passato…non vorrei nessun martire, nessuna violenza, nessuna madre addolorata, nessun figlio orfano, nessuna goccia di sangue versato. Vorrei un popolo intero di partigiani, non armati di fucili o bombe, ma forti del potere della memoria, della consapevolezza, della conoscenza, della coscienza,dell’attenzione, della vigilanza, della partecipazione. Vorrei  un popolo di partigiani che non deve nascondersi sulle montagne o tra i boschi per stanare il nemico…il nemico è tra noi, nei palazzi del potere e politico e finanziario, nella piaga dell’ignoranza, nella colpevolezza del silenzio, nel crimine della passività.  Vorrei un popolo che rinneghi con ardore ogni forma di prepotenza, strapotere, violenza, corruzione, inequità, oppressione, ignoranza, odio, razzismo. Un popolo che abbia nella bandiera, simbolo di appartenenza, tutti i colori dell’Armonia.

Semplice

il potere più forte: la consapevolezza.

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Bertolt Brecth

Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico. Egli non sente, non parla, né s’interessa degli avvenimenti politici. Egli non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine, dipendono dalle decisioni politiche.

L’analfabeta politico è talmente somaro che si inorgoglisce e si gonfia il petto nel dire che odia la politica.

Non sa, l’imbecille, che dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore e il peggiore di tutti i banditi che è il politico disonesto, il mafioso, il corrotto, il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.

(Bertolt Brecht)

“2500 anni fa, un blogger greco di nome Aristotele profetizzava che la democrazia, la forma di governo nella quale il potere è nelle mani del popolo, poteva facilmente essere succube della demagogia, il comportamento politico che attraverso l’arma della retorica e delle false promesse vicine ai desideri del popolo mira a guadagnarsene il favore. Con i demagoghi al potere, la democrazia degenera rapidamente in tirannide, poiché esercita un potere dispotico sui migliori mentre le decisioni dell’assemblea assomigliano all’editto del tiranno. Il tiranno, del resto, molto spesso otteneva il potere con l’appoggio delle classi popolari, scontente della situazione politica, poi ricopriva personalmente e affidava a suoi fidi le maggiori istituzioni. La retorica, l’arte oratoria usata dal demagogo, non è altro che una pratica persuasiva che agisce sugli affetti e sulla parte irrazionale dell’anima e, secondo un altro blogger di nome Platone, può avere successo solo sugli ignoranti”

Mi chiedo: com’è possibile disinteressarsi di politica? Come sentirla altro da se stessi? La politica non è una roba marziana o un oggetto che possiamo desiderare o no, di cui farne a meno, volendo, non è un optional. Ogni nostra azione, ogni nostro giorno, ogni nostro relazionarci con gli altri, è politica. La politica è l’organizzazione di uno Stato, è la maniera in cui esso è governato, sono le sue leggi, le sue scelte a cui ciascuno deve adeguarsi. La politica esiste, anche per chi la ignora. E non crea immunità il pensare che non ci appartenga, che è una cosa sporca, che è di esclusiva competenza degli addetti ai lavori quasi a volersi togliere ogni responsabilità. Questo comportamento è il più deleterio che possa esserci, dà mandato incondizionato a pochi di poter agire indisturbati senza controlli, di poter decidere della nostra vita!!! Chiedo..dopo aver fatto entrare un amico in casa vostra, gli lascereste cambiare la disposizione dei mobili, gli lascereste schiaffeggiare i vostri figli, gli fareste rubare, silenti, i vostri soldi e i vostri gioielli????? Certo che no!!!! Ebbene, come allora conciliare la totale indifferenza verso chi giornalmente ci sconquassa la vita, ci oltraggia e umilia il presente e il futuro dei nostri figli, ci calpesta diritti, ci depreda arricchendosi? La nostra casa, il nostro intimo mondo, saranno protetti solo se inseriti in un contesto civile, democratico e partecipato che difende i nostri diritti e quelli di tutti.  Non scegliere…è scelta comunque!!! Con l’aggravante che si da a chi governa, carta bianca, come se la nostra volontà, i nostri diritti, la nostra vita non ci interessasse viverla in prima persona, da protagonisti, ma da spettatori all’impiedi, se non addirittura  da fuori il recinto dello spettacolo.

indifferenti

Non si possono accettare per tanti, troppissimi, anni, situazioni che ci vedono costretti, insultati, denigrati, mortificati, depauperati, avviliti, ingrigiti, assopiti, sfiancati, indignati, arrabbiati, delusi e disillusi, da governi ostili, arroganti, prepotenti, inadeguati, impreparati, fannulloni che hanno deriso i nostri dolori, la nostra dignità, i nostri figli.

Ultimamente la nostra pazienza, quella dei cittadini comuni, viene troppo spesso messa a dura prova! Non si possono accettare certe esternazioni, soprattutto se provengono da chi sta comodamente in panciolle e stravive, sfottendo e tiranneggiando il popolo. Affermazioni provocatorie e offensive ci piovono addosso aggravando sempre più lo stato di impotenza e scoraggiamento generale.
Se è vero, che certe battute idealmente, contengano verità.. come la noia e la ripetitività del posto fisso per quarantanni, o se è vero che ciascuno dovrebbe sempre ingegnarsi per crearsi opportunità, e se è vero che molti impiegati delle pubbliche amministrazioni occupano un posto solo per fare presenza..è altrettanto vero che chi ci governa non ha dato possibilità di incremento e sviluppo, mortificando e immolando la fantasia, la capacità, la cultura, sull’altare dell’inciucio, della raccomandazione, della corruzione. Ecco perchè non posso accettare i sermoni della Mercegaglia, di Straquadagno, di Monti, di Martone..che percepisco come insulti.

 E’ colpa pure nostra se si è arrivati a tanto..dov’eravamo?
Possibile che nell’uomo, i valori della dignità, dello sconcerto, della ribellione sboccino solo quando le situazioni diventano disastrose?
Se, invece, fossimo attenti, vigili, all’insorgere delle pur piccole malefatte e malaffari..invece di un’operazione a cuore aperto..basterebbe una pomata.

partecipazione

Occorre consapevolezza!!!  La consapevolezza scaturisce dalla conoscenza, dall’informazione, dalla partecipazione. La consapevolezza  ci rende liberi da catene, da vassallaggi… essa è l’espressione di popolo libero che rivendica dignità, libertà, giustizia, legalità, diritto.  Consapevolezza è quel sentire comune che avvertiamo, quella determinazione che ci fa rompere il dolore passivo di ascoltare parole squallide, grevi, volgari che accompagnano la peggior classe politica che l’Italia abbia mai avuto e,  questa libertà ce la dobbiamo riprendere senza bisogno di lime, complotti, fucili o mannaie.. e poi.. basta una matita per fare un semplice segno. In quel segno c’è la nostra forza, la nostra volontà consapevole. In quel segno c’è una rivoluzione! In quel segno c’è il valore che noi diamo alla vita.

Gli Italiani hanno voglia di cose normali..di regole..di rappresentazioni vere della realtà..e sono anche un popolo capace di grandi sacrifici se servono per raddrizzare la baracca.

Governare un popolo significa ascoltarne i bisogni, capirne i messaggi, rispettarlo, garantirne lo sviluppo e prodigarsi affinchè a tutti, ma proprio tutti, venga data la possibilità di esprimersi per soddisfare le esigenze di un tenore di vita dignitoso e nel rispetto della legalità.. Siamo stati per quasi 17 anni gestiti da sudditi…e come sudditi non si aveva il diritto di lagnanze perchè immediatamente si veniva redarguiti, vilipesi, offesi..mentre il sultano e la sua corte poteva godere di tutte le libertà, lecite e illecite. Adesso con il governo tecnico nulla è migliorato, se non peggiorato. Sono più arroganti e inflessibili che mai.. pastori che si arrogano il diritto  di domare e condurre  un gregge belante a suon di bastonate.

Vorrei poter amare i miei politici, quali persone che operano nella legalità, nell’onestà, nell’uguaglianza, vorrei poter essere orgogliosa di loro come esempi di persone che lavorando per l’Italia la immaginassero inserita in un progetto universale di armonia con tutta l’umanità del pianeta. Vorrei poter essere orgogliosa di come mi rappresentino.


E allora?
Allora, questo è il momento che noi tutti, ma proprio tutti dobbiamo essere presenti, attenti e vigili!! Cambiare ed esigere una nuova legge elettorale è vitale, di modo che sia il popolo a scegliere le teste e non le segreterie di partito o le lobby.
Quello che frena il paese è la corruzione..ne impedisce la crescita, lo sviluppo, il futuro. Mario Draghi ha detto: “non ci può essere crescita senza legalità.” Combattiamo gli intrecci fra politica e affari, tra privilegi e appalti e pretendiamo legalità e trasparenza, regole e controlli.
Ce la meritiamo..un’Italia migliore!

Semplice

Peppino Impastato

Umberto Santino / La matri di Pippinu

Chistu unn’è me figghiu.
Chisti un su li so manu
chista unn’è la so facci.
Sti quattro pizzudda di carni
un li fici iu.

Me fighhiu era la vuci
chi gridava ’nta chiazza
eru lu rasolu ammulatu
di lo so paroli
era la rabbia
era l’amuri
chi vulia nasciri
chi vulia crisciri.

Chistu era me figghiu
quannu era vivu,
quannu luttava cu tutti:
mafiusi, fascisti,
omini di panza
ca un vannu mancu un suordu
patri senza figghi
lupi senza pietà.

Parru cu iddu vivu
un sacciu parrari
cu li morti.
L’aspettu iornu e notti,
ora si grapi la porta
trasi, m’abbrazza,
lu chiamu, è nna so stanza
chi studìa, ora nesci,
ora torna, la facci
niura come la notti,
ma si ridi è lu suli
chi spunta pi la prima vota,
lu suli picciriddu.

Chistu unn’è me figghiu.
Stu tabbutu chinu
di pizzudda di carni
unn’è di Pippinu.

Cca dintra ci sunnu
tutti li figghi
chi un puottiru nasciri
di n’autra Sicilia

1979

La madre di Peppino

Questo non è mio figlio.
Queste non sono le sue mani
questo non è il suo volto.
Questi brandelli di carne
non li ho fatti io.

Mio figlio era la voce
che gridava nella piazza
era il rasoio affilato
delle sue parole
era la rabbia
era l’amore
che voleva nascere
che voleva crescere.

Questo era mio figlio
quand’era vivo,
quando lottava contro tutti:
mafiosi, fascisti,
uomini di panza
che non valgono neppure un soldo
padri senza figli
lupi senza pietà.

Parlo con lui vivo
non so parlare
con i morti.
L’aspetto giorno e notte,
ora si apre la porta
entra, mi abbraccia,
lo chiamo, è nella sua stanza
a studiare, ora esce,
ora torna, il viso
buio come la notte,
ma se ride è il sole
che spunta per la prima volta,
il sole bambino.

Questo non è mio figlio.
Questa bara piena
di brandelli di carne
non è di Peppino.

Qui dentro ci sono
tutti i figli
non nati
di un’altra Sicilia.

Vi riporto la storia di Peppino tratta dall’Unità di oggi…
La storia di un eroe naturale, quella di Peppino Impastato. Una storia che mescola nostalgia e sentimento, in cui emerge il conflitto tra figlio e padre, individuo e ambiente, obbedienza passiva e rivolta vitale. La rivolta di Peppino, contro i mafiosi e i politici collusi con Cosa Nostra, nasce e si sviluppa negli anni Settanta nel paese siciliano di Cinisi, accanto all’aeroporto che è stato poi intitolato a Falcone e Borsellino. Il protagonista di questa storia vera cresce negli anni Sessanta in una famiglia legata alla mafia da rapporti di parentela e d’interesse, in una comunità dominata dalla mafia («Mafiopoli», la chiamava Peppino), e per questo si ribella.

E lo fa usando l’arma più odiata dai boss: l’ironia, la beffa, lo sfottò, il sarcasmo contro il capomafia della zona, Tano Badalamenti, contro il «Maficipio» comunale, contro l’illegalità sistematica. Lo fa con la radio, con un mezzo d’informazione che entra in ogni casa, grazie all’impegno sociale di un gruppo di giovani. È Radio Aut, che con la satira trasmessa nel programma Onda pazza non risparmia accuse e denunce alla mala amministrazione. La madre Felicia e il fratello Giovanni sostengono Peppino. Il padre Luigi, spaventato per sé e per il figlio, lo osteggia, e presto muore in quello che sembra un incidente d’auto, ma che in realtà è un omicidio. La rivolta di questo giovane «comunista» è indomabile.

Si candida alle elezioni comunali per Democrazia Proletaria, conduce una campagna elettorale infiammata: due giorni prima del voto, nel 1978, viene trovato morto. Quando Peppino viene ucciso ha trent’anni. Lo assassinano in modo atroce, piazzandogli sul petto – dopo averlo sistemato sulle rotaie della ferrovia – una carica di tritolo. Fece rumore, l’esplosione. Un grande fragore ruppe il silenzio, la notte dell’8 maggio 1978. Eppure nessuno volle sentire: Cinisi, già famosa per aver dato i natali a Badalamenti, rimase impassibile, con i suoi uomini d’onore dislocati nei punti strategici del paese a sorvegliare lo svolgimento delle indagini, non senza ostentare un ghigno di soddisfazione. Gli investigatori non vollero sentire neppure la società civile siciliana e italiana. Certi giornali, certa magistratura, catalogarono immediatamente quel delitto di mafia, il primo della lunga mattanza, come un «incidente», occorso a un «terrorista» che stava per compiere un attentato nello stesso giorno in cui le Brigate Rosse restituivano agli italiani il cadavere di Aldo Moro.

Già, perché Peppino Impastato aveva almeno due «peccati d’origine»: non era un uomo delle istituzioni ma un semplice privato cittadino, ed era comunista, e poco importava se la sua attività di militante, di giornalista che faceva controinformazio-ne dai microfoni di una piccola radio, era rivolta esclusivamente a denunciare lo strapotere dei mafiosi, di don Tano e dei suoi accoliti politicanti travestiti da amministratori. Ci sono voluti vent’anni per poter avviare un processo contro Badalamenti, che è stato poi condannato all’ergastolo come mandante. E la signora Felicia ha saputo aspettare quel giorno, in cui la giustizia ha dato finalmente un volto a chi aveva ordinato il delitto del figlio. Lo ha atteso con grande forza d’animo perché aveva sempre creduto nell’autorità giudiziaria, rifiutando ogni vendetta. Nonostante i decenni trascorsi, a leggerla oggi la storia di Peppino non sembra quella sul passato siciliano. Perché non molto, da allora, è cambiato: la mafia è sempre lì e comanda, la sinistra continua a scindersi, dividersi, combattersi. Forse ci sono meno ribelli, oppure esistono molti ribelli a parole, e pochi a fatti.

Traduzione testo:

Fiore di campo

Fiore di campo che nasce
beato l’occhio di chi lo nutre
fiore di campo che cresce
e la piccola ape riempie lo stomaco
fiore di campo che muore
piange la terra piange il cuore.

Rit. fiore che nasce
fiore che cresce
fiore che muore
piange la terra piange il cuore.

Come fiore di campo sei nato
e la terra ti ha fatto da madre
come fiore di campo sei cresciuto
e la lotta ti ha fatto da padre
come fiore di campo sei morto
una sera di maggio con le stelle tristi.

Semplice

Vizi privati…pubbliche virtù?

Il video che vedrete, forse molti lo hanno già visto ieri sera, durante la prima puntata di “Servizio Pubblico”, il nuovo programma di Michele Santoro. E’  il racconto di una serata ad Arcore,  a villa San Martino, di una diciannovenne, Chiara Danese, che voleva fare la meteorina o partecipare a miss Italia e si è ritrovata nel bel mezzo di un bunga bunga. Ve lo propongo perchè? Non per esercitare il ruolo di guardoni dal buco della serratura in affari privati, ne per soddisfare e alimentare pruriginosi appetiti, come sostiene la difesa dei fedelissimi di Berlusconi da parecchio tempo ormai, ma perchè  sono cronaca di fatti disgustosi, al limite delle illegalità, protratti da chi dovrebbe essere in tutt’altro affaccenda affaccendato, da chi dovrebbe governare il Paese e invece l’ha ridotto ad un bordello!!

NON SONO PIU’ FATTI PRIVATI!!! Questo signore “governa” ( o ne ha la pretesa) l’Italia!! Ditemi non vi indignereste se il vostro vicino di casa o un vostro parente o amico, o prof. dei vostri figli, tenesse un simile comportamento? Figuriamoci se a farlo è il Presidente del Consiglio!! Comportamenti deviati, malati, bavosi, borderline di pedofilia, incitamento alla prostituzione. Usa il potere per soddisfare le voglie dei suoi istinti più bassi.. considera tutto comprabile: persone, dignità, vite!! Considera le donne quarti di macelleria!

E, ve lo propongo anche perchè non trovo giusto metabolizzare spazzature come se niente fosse, stendervi sopra un velo pietoso… i Cittadini di uno Stato non devono mai allentare la guardia.. noi eleggiamo i  politici come NOSTRI rappresentanti, persone che devono fare al NOSTRO posto..non li autorizziamo a fare come gli pare in regime di assoluto libero arbitrio. Ci devono e dobbiamo pretendere RESOCONTI, siamo noi che li paghiamo e li manteniamo in vita!! La mancanza di controllo da parte di noi cittadini ci rende complici e colpevoli, così come renderebbe colpevole un proprietario di un’attività che non controlla l’operato dei dipendenti. Se avessimo controllato e monitorato comportamenti, scelte, manovre e magheggi vari, ci saremmo accorti di essere da 17 anni lasciati al pari di un gregge di pecore silenti, che la natura ha creato prone a terra e schiave del ventre. In qualunque altra parte del mondo non avrebbero permesso tanto.. cosa succede agli italiani?

Stiamo ancora a tintillarci su “come”, su “se” su “ma”...non basta che ha impoverito il Paese, che ha fatto sterzare la politica economica verso il default, che si crea leggi su misura, che ha messo in ginocchio l’istruzione, la ricerca, che ha deligittimato poteri costituzionali, che ha ridotto il potere d’acquisto, che ha reso l’illegalità, la corruzione, la collusione MUSE ispiratrici…etc etc??? …L’elenco potrebbe continuare per molto ancora. Nel frattempo chi perde il lavoro, chi il lavoro lo cerca da una vita, chi è disperato perchè non ce la fa a mantenere la famiglia, chi si suicida perchè al limite della disperazione, chi viene derubato del futuro..chi ..chi..chi..non è affare o programma, impegno e responsabilità  di NESSUNO!!

Mi addolora questo video… moltissimo! Soprattutto, dover  costatare la disinformazione di molte ragazze.. ma cavolo, dove vivono? Possibile che per molte esistano solo obiettivi del tipo essere meteorine o miss Italia? Possibile che l’unica carta da giocare sia il corpo?  Possibile che si lascino sedurre dall’apparire, dalle fascinazioni del guadagno facile? Sono scaduti i valori del rispetto del proprio corpo? L’intelligenza, la cultura, sono accessori da rottamare? L’impegno, la volontà, la fatica, la gioia della scoperta e della conquista sono diventate inutili orpelli?? Sono queste ignoranze, questi abbagli, la forza dei comportamenti dei bavosi..C’è moltissimo da lavorare, dobbiamo recuperare valori, consapevolezza, coscienza. I giovani sono l’albero del futuro  che per crescere ha bisogno di un germe sano, forte, e noi adulti, genitori, educatori, società tutta siamo i contadini!!

E, anche se questa ragazza mentisse, come sicuramente diranno i compari..non allegerisce la posizione del personaggio..perchè se fosse stata persona specchiata non ci sarebbero state speculazioni.

Vi ripropongo una mia poesia che scrissi a febbraio in un moto dell’anima, dopo aver visto l’intervista di una giovane escort  N.M. e aver ascoltato sua madre che al giornalista riferiva di una telefonata  fatta al presidente mentre era in macchina con la figlia verso Arcore, nella quale lei  si raccomandava di essere aiutati  perchè bisognosi!!

Se fossi tua madre….

Se fossi tua madre..
farei fatica a respirare, il fiato sarebbe veleno mortale
nessun sole, nessuna brace, nessuna fiamma
riuscirebbe a scaldarmi
in nessuno specchio o pozza mi rifletterei.
Se fossi tua madre..
cercherei  cilici spinosi
verserei oceani di lacrime
avrei il mio sangue cristallizzato nelle vene
le mie carni sarebbero fisse come mummia.
Se fossi tua madre..
il rimorso, il rimpianto
mi perseguirebbero come ombre
non oserei  chiedere  nemmeno il perdono.
Una sola domanda tormenterebbe il mio cuore:
che n’è stata di quella stella,
a che è servito il mio latte se insieme ad esso
non ho messo niente per l’anima?
Se fossi tua madre..
saprei dove cercare il germe del tuo presente..
lo troverei nella mia paura paralizzante
nella  mia non consapevolezza e
nelle mie fragilità di donna passate a te come un testimone,
nello spettro della miseria e non capire che
non esiste miseria più grande dello svendersi,
nell’abbaglio di false illusioni,
nel mio essere ignava, nel non vedere,sentire,capire e agire
che giocavi il riscatto della dignità su un tavolo sbagliato.
Se fossi tua madre..
impietrita ti direi
che quattro cianfrusaglie sbriluccicanti
non ti fanno più bella,
un po’ di denaro
non ti fa più ricca,
la compagnia di sciacalli
non ti rende famosa,
non vorrei mai che tu cercassi la mia complicità come consenso
saprei darti solo scelleratezza
Se fossi tua madre..
se lo fossi davvero
ora con slanci  da leonessa
ora in un abbraccio di lacrime,
in un nodo d’amore,
nel dolore delle ferite,
nell’appiglio di una speranza,
ci proverei ancora
a ripercorrere l’essenza.
Ci proverei…ci proverei
ad imparare  e ad  insegnarti
ad incamminarci per quei sentieri che conducono
alla scoperta della dolcezza dell’amore,
all’incanto del tuo essere mamma,
alla luce delle idee
alla forza dei valori
all’ebbrezza della libertà
alla bellezza della dignità
al coraggio della scelta.
Se fossi tua madre…ci proverei.
Autore:Semplice

Eureka!! Legge= legge ad personam= legge ad familiam !!

E poi si accusa  quest’uomo di non  lavorare , di non pensare al futuro!!!! Malelingue! Vittima di un accanimento mediatico. Povero, si spreme le meningi e trova sempre la formula magica, la soluzione al problema … peccato che sono sempre improntate a  fregare il prossimo. Dove trova le risorse? Nella buona volontà, nella fatica, nell’impegno? No di certo! Sono propensa a pensare che abbia fatto un patto segreto con il diavolo, perchè, sempre più mi convinco che una mente umana difficilmente da sola sarebbe in grado di partorire idee come le sue. La sua è un’onnipotenza diabolica,  un pensiero guida che lo fa sentire immune da qualsiasi critica o dubbio, un pensiero che sguazza e si nutre pescando nelle bassezze più infime, negli egoismi più beceri, nelle immoralità più deplorevoli,  che sono aspetti, sì presenti , nella natura  umana,  ma che al contempo le persone normali tendono a tenere sotto controllo, a superare e a nobilitare ma che rimangono a connotare, ahimè, qualche squallido individuo. Una costante in tutti i diciassette anni che intercorrono dalla sua scesa in campo: ha sempre trattato la res pubblica, come fosse il bilancio di casa sua. Facendo e disfacendo a seconda di come stava più comodo! Ogni sua mossa ha l’effetto di demolire valori, dignità, capisaldi di civiltà, conquiste sociali..e così di volta in volta frantuma  legalità, onestà, giustizia sostituendoli con furbizia, inganno, libero arbitrio, inciucio, prepotenza. In un momento particolarmente difficile della nostra storia imperversata da crisi, da problemi vitali, da discredito internazionale..lui non trova di meglio da fare che cucirsi addosso la quarantesima legge ad personam!  “Nella bozza fantasma del decreto sviluppo, c’è una norma studiata apposta per privilegiare i figli di primo letto del presidente del consiglio ed evitare una eccessiva frantumazione dell’impero dopo la sua prima o poi inevitabile dipartita da questo mondo. Un cruccio che, dalla divisione con Veronica in poi, rappresenta una spina nel fianco del Cavaliere assai più acuminata del massacro sociale che travaglia la stragrande maggioranza delle altre famiglie italiane.
Attualmente i figli, poco importa se legittimi o illegittimi, di primo, secondo e fosse pure decimo letto, hanno diritto ai due terzi del patrimonio, da suddividersi in parti uguali. La riforma con la quale il nostro si è trastullato fra una tirata d’orecchie europea e l’altra, conferma il diritto della prole ai due terzi del malloppo, però non più diviso in porzioni eque. Il genitore può infatti indicare il preferito cui debba andare il grosso della torta, il 50% per la precisione, mentre la restante metà verrebbe divisa tra i fratelli e le sorelle.” Una legge sulla gestione dell’eredità patrimoniale, per salvare i suoi interessi infischiandosene dei problemi che essa procurerebbe a moltissime famiglie, qualora fosse varata, lui va avanti trasformando una legge a legge ad personam e in ultima istanza a legge ad familiam!  Alla luce di questo, per salvaguardare la sua eredità, anche quando lui non ne potrà più beneficiare, ha fatto l’ultima sua proposta legge. E’ riuscito a fare una “scaletta” tra i suoi cinque figli, suddividendoli in figli di serie A e figli di serie B. Eh no!! No, Silvio sui figli non si può! Va bene che è abituato a spergiurare su di loro.. ma questa legge interesserebbe tutti gli italiani. E noi non ci stiamo! Per la maggioranza, se non totalità degli italiani, i figli sono tutti uguali. Abbiamo lottato per far equiparare i diritti tra figli legittimi e figli naturali e arriva lui a far differenze tra figli di primo letto e secondo letto!! La genitorialità è sentimento,è impegno, è affetto, è amore, non si può negoziare su queste cose!!! Si può avere una sintonia caratteriale con un figlio in misura maggiore che con un altro.. ma a tutti vanno garantiti gli stessi diritti e lo stesso trattamento, lo stesso amore. Sostanzialmente un uomo disturbato, un uomo solo, perchè il denaro non può comprare tutto, meno che mai gli affetti..può comprare i corpi, le alleanze.. ma durano il tempo della convenienza. Sostanzialmente… mi fa solo una gran pena!

P.S. ovviamente in questo caso al termine “pena” do la connotazione più squallida!

Semplice

L’alba che verrà

Gheddafi è morto, dopo 41 anni di regime e 8 mesi di guerra atroce! Devo dire che, forse tutt’ora, sono un pò incredula.. sono stata accarezzata dal sospetto che si trattasse di bluff, e come prima idea mi balenò l’ipotesi che potesse trattarsi di un sosia.. sembra fiabesco, lo sò..ma a certi livelli ragionano e vivono oltre gli schemi che sono normali per i più. Ma, ammettendo che sia tutto vero, non ho goduto di questa morte, sia per la procedura sia per la convenienza. Un dittatore come Gheddafi serviva vivo..processato da un tribunale internazionale e condannato a pagare TUTTE le sue colpe, poteva svelare segreti e scheletri di molti Stati. L’esecuzione frettolosa, se da un lato ci toglie le castagne dal fuoco, dall’altro penalizza il processo verso la conoscenza, la verità. Preso con i suoi fedelissimi durante un ulteriore attacco, stanato da  dentro un buco ( lui che voleva stanare i ribelli come topi dai buchi).. strattonato, deriso, ferito, poi finito con due colpi di pistola mentre, finalmente umano, implorava di non sparare. Portato a strascico ormai cadavere offerto alla rabbia  e alla gioia dei presenti, per poi  finire esposto in una una cella frigorifera di macelleria  davanti cui sfilano i libici come in  un rito macabro per fissare un’immagine.
A me, nonostante tutto, nonostante il grande disprezzo che provassi per lui come uomo e come raiss, hanno dato molto fastidio certe scene di accanimento e oltraggio ad un cadavere. Uno perchè non serve, che soddisfazione può dare un corpo freddo? Un nemico è da affrontare vivo…Due perchè la morte segna un limite..il limite tra l’umano e il mistero. A quel punto bastava già l’averlo ucciso.

Certo non capirò mai le logiche di certi uomini.. cosa spinge un uomo che ha accumulato ricchezze e potere ad accanirsi, a non arrendersi, a non accontentarsi, a non avere un limite? Un delirio di onnipotenza e, non è il solo caso vivente!!

La rivolta è iniziata come un grande momento, all’insegna del riscatto e del desiderio prepotente della libertà.  Un momento doloroso, drammatico, spaventoso per le violenze, l’efferatezza e le morti che sono costati ma, è altresì un momento magico, biblico quello che sta accadendo in Nord Africa: la rivoluzione dei giovani, animati solo da desiderio di democrazia, di bisogno di libertà, non spinti da motivi e fanatismi religiosi ma mossi da sentimenti di solidarietà, di appartenenza. Una rivoluzione nata piena di DIGNITA’, nessuna bandiera è stata bruciata, nessun monumento è stato rovinato( se non quelli con le bombe cadute dagli aerei  comandati dallo stesso Gheddafi e da quelli della Nato poi). Certo otto mesi di guerra hanno portato distruzioni gigantesche ed esacerbato gli animi. Adesso comincia un’epoca nuova per il popolo Libico, non è impresa facile. E’ tutto da ricostruire e non solo città, villaggi, ferite psicologiche, dolori immani e indimenticabili, ma serve, soprattutto, governo, economia, democrazia, libertà. Considerando la molteplicità di etnie e gruppi diventa ancora più macchinosa la scelta di una leadership.

Vorrei che per una volta, vista la straordinearietà dell’evento, per una volta  tutti gli Stati agissero non per privilegiare interessi economici legati al petrolio, ma che tutte le strategie fossero mosse verso un aiuto a costruire un destino democratico di questi popoli. Non per esportare democrazia, perchè la democrazia è un processo a cui si adviene, ma per essere un ponte di democrazia, un “fare” e non solo un “dire” SIAMO CON VOI, NON SIETE SOLI.

Vi ripropongo la poesia che scrissi durante i giorni della rivoluzione dei gelsomini.

                                                                                                                                          Vento nel deserto

Primavera nell’aria.
All’improvviso un tuono!
Un lampo squarcia il cielo
rischiara il buio
strappa vesti e
drappi all’oblio.
Un vento si leva forte
alza la sabbia
cambia volto ai deserti
scompiglia mausolei
fa tremare troni,
denuda circuiti che vanno
dal cuore ai pensieri
rianima membra rassegnate.
Diventa brivido, scintilla di fuoco,
come guizzi di scorpione sotto la sabbia,
che caccia fuori la testa
e si raggomitola con il vento nel ventre
salta da duna a duna e gli balla sulla testa.
Vento che come musica, contagio,
passa da uomo a uomo
a ridestare orgoglio, speranza,
coraggio, assopiti,
a spezzare catene e gioghi rugginosi.
Semi ammollati
all’improvviso germogliano fiori
dal  profumo prezioso, stordente,
della dignità e libertà
sazianti  più del pane.
Uccelli d’acciaio
ubbidienti al demone
ubriacato da disumano potere
fan pioggia di fiamme
tingendo di sangue e di morte i granelli.
Ora la notte è buia e cupa
ma tornerà a brillare.
Per ormeggiare in paradiso
spesso si attraversa l’inferno.
Angeli e demoni in lotta.
Luna e stelle
ora indignate ora plaudenti
stanno a guardare.
autore: Semplice

15 ottobre2011

Che tristezza..che rabbia!!! 15 ottobre 2011.. la giornata cominciava al meglio, un caldo sole illuminava Roma, un grande impegno e una aspettativa grandiosa l’ avrebbe resa memorabile: la manifestazione internazionale degli indignati! Un tam tam che univa  gli indignati di 851 città del mondo  per combattere un disagio che accomuna tutti. Un’occasione per riaccendere la speranza di un cambiamento radicale, in cui l’Uomo, la sua dignità, venivano poste in primo piano contro le becere azioni di sopraffazione, di sfruttamento, di precarietà.  Con questi presupposti sono uscita di casa, con questa scintilla nell’anima di esserci, di contribuire, anche con la mia presenza, alla costruzione di un nuovo mondo, con il conforto di non essere soli ma sostenuti da un’universale volontà e determinazione.  Arrivata a piazza della Repubblica c’era già  una  fiumana umana che da piazza della Repubblica si sarebbe mossa  in un serpentone per le vie del centro, direzione S. Giovanni. Bandiere  della pace sventolavano tra fischietti e slogan.. Tanti, eravamo tanti.. indignati ma pacificamente risoluti a far sentire le nostre ragioni, il nostro malcontento..ed era bellissimo sentirsi a “casa”, cioè tra simili! Lo slogan più battuto era: “noi siamo il 99% !!! Il 99% è diventato il numero simbolo, l’emblema di una crisi  che mortifica  i tantissimi del mondo per privilegiare i pochissimi. Un grande striscione con su scritto.. ‘People of Europe: rise up!’ apriva il corteo.. altri  ne seguivano: “Indignato per questo mondo speculato” e ancora “avete rubato anche i nostri sogni, siamo qui per riprenderceli”.“ Ma… già da via Cavour si proiettava qualcosa di sinistro…alcuni, mentre sfilavamo, sul tetto di un hotel incendiavano le bandiere dell’Italia e dell’Europa. Da lì a subito come diavolacci saltando e sgusciando in nere figure sono apparsi i Black blok a spaccare vetrine e ad incendiare auto e cassonetti.  Molti manifestanti gli sono corsi contro nel tentativo di bloccarli. Le forze dell’ordine erano distanti.. a quel punto, ho capito da me che la situazione volgeva al peggio e mi sono trovata una via d’uscita per ritornarmene a casa. Ho pianto tutto il tempo del viaggio, un pianto silenzioso, amaro… che aveva il sapore dell’impotenza. Poi, a casa ho visto gli assalti, la guerriglia..anche se ancora il sole splendeva in cielo,  a  piazza s. Giovanni sembrava notte, per via dei fumogeni, delle bombe carta, dei lacrimogeni, delle immondizie bruciate dentro i cassonetti, dei roghi dei pneumatici. Ho seguito i vari reportage in tv..altrove tutto perfetto, solo a Roma il macello, e così,  solo LA VIOLENZA è passata come messaggio.. la violenza è riuscita ad oscurare la manifestazione e i suoi contenuti. Un gruppo di DELINQUENTI ha giocato il ruolo di primadonna. E’ chiaro che erano contro di noi..si son messi in azione da quasi subito.. e l’intento era solo boicottare la manifestazione; ed è elementare che quando la violenza entra in scena, è la violenza a fare notizia, oscurando totalmente la legittima, sacrosanta protesta.Che tristezza! Chi sono costoro? Chi coprono? Chi rappresentano? Chi tutelano? Da chi sono ingaggiati?  Domande legittime si affollano nella mente! Roma resta sfregiata, centinaia di migliaia di persone restano offese  e oltraggiate ( già, perchè impedire il diritto sacrosanto della protesta è oltraggiare), la democrazia resta mutilata,  restano i feriti, restano i segni della lotta nella piazza..spero che resti la speranza!!!!!

Semplice

 
 

La crisi degli asini

Ho trovato questa storia in rete, autore: Maurizio Romeo…ve la passo integralmente.

La crisi degli asini

“Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio . In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto. I contadini erano effettivamente un po’ sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua. L’uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio. Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio. Il giorno dopo, affidò al suo socio la mandria che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l’ordine di vendere le bestie 400 € l’una. Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 €, la settimana successiva tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte il prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, si indebitarono con la banca. Come era prevedibile, i due uomini d’affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli. Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il corso dell’asino era crollato. Gli animali furono sequestrati ed affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere. Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune. Per evitare questo disastro, il sindaco,  rendendosi conto che sarebbe costato molto meno accollarsi il debito dei suoi concittadini che rimborsare immediatamente tutti i prestiti che il banchiere gli aveva fatto, decise che il comune coprisse in via eccezionale il costo degli asini, ma invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore). Eppure quest’ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio ne quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti. Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l’aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia. Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità … Venne innalzata l’età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate. Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini. Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il banchiere e i due truffatori sono fratelli,  vivono insieme su un isola delle Bermuda, acquistata con il sudore della fronte, e molto generosamente hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente. Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del villaggio. E voi, cosa fareste al posto loro? Che cosa farete? Se questa storia vi ricorda qualcosa, ritroviamoci tutti nelle strade delle nostre città e dei nostri villaggi Sabato 15 ottobre.

2011 (Giornata internazionale degli indignati) … e fate circolare questa storiella….”

*SABATO 15 OTTOBRE GIORNATA EUROPEA DELL’INDIGNAZIONE POPOLARE A ROMA UN MILIONE DI INDIGNATI AL PARLAMENTO.

Questione di vita o….di morte!!!

SERVONO 25.332.487 voti…è una questione di vita o di morte!!!!!!!!!!!

Il 12 e il 13 giugno siamo tutti indispensabili. Niente mare, niente pigrizia, niente pic nic..con il sole o con l’ombrello tutti alle urne..la posta in palio è altissima: decidiamo il nostro destino, quello dei nostri figli, e quello della Terra…non esagero dicendo Terra e non semplicemente Italia…provate ad avere male ad un callo o ad un dente..non vi sentite interamente ko? Il referendum è un momento altissimo di democrazia, attraverso il voto il popolo non delega, non esprime preferenze, non da indicazioni…ma LEGIFERA !!!!! Non possiamo permetterci di perderla quest’occasione e soprattutto non possiamo permettere che gli altri decidano per noi. Non è un caso, con disarmanti ritardi, che molti non sono a conoscenza del contenuto dei referendum, e della modalità di voto…non s’è voluta fare pubblicità!!! (sempre nella logica, che meno il popolo sa meglio governano). Con imbarazzante e sconcertante ritardo..solo a tarda notte, con passaggi veloci e incomprensibili, fanno spot che non illuminano chi non sa…anzi! Ma certo, è comprensibile, cani, calcio, prova costume…hanno la precedenza!!!!! Il referendum, non ha bandiera, non ha partito…quindi andate tranquilli, (lo dico per chi potrebbe entrare in conflitto ideologico)..si votano SOLO questioni vitali che sarebbe sciocco attribuire a tal o tal altro personaggio. La vita e la qualità di essa non dovrebbero avere padroni!!


Il referendum del 12 e 13 giugno è un referendum abrogativo. Abrogare significa ANNULLARE, REVOCARE, SOPPRIMERE. Il referendum abrogativo è dunque una votazione per decidere se una legge o una parte di essa debba essere annullata o mantenuta in vigore. Quindi votando Sì si dice di voler eliminare la legge descritta nel quesito referendario. Votando No si dice di volerla mantenere attiva.

Se potessi andrei personalmente, a prendere a casa tutti gli indecisi, gli ignavi, i confusi, e li porterei ai seggi…e allora facciamolo tutti nel nostro piccolo, approfittiamo di qualsiasi luogo o situazione per parlarne, parlarne, parlarne…succederà quello che vedrete in questo video:


Vediamoli uno per uno i temi dei quesiti…

Nucleare: gli italiani nel lontano 1987 avevano già detto no al nucleare, tramite referendum. Ma tutto ciò è stato violentato, annullato dalla classe politica che con virulenza aggressiva è tornata a riproporlo…come se la volontà dal 1987 ad oggi si fosse sbiadita e avesse perso rispetto e riconoscimento…come se il referendum dell’87 fosse scaduto, come uno yogurt! Ebbene cos’è che spinge tanto l’attuale governo a volere così prepotentemente il nucleare, facendo le capriole se non addirittura i tripli salti mortali x impedirne lo svolgimento? Qualcosa puzza…e come sempre puzza di losco, di malaffare. Di prepotenza!!! Il presidente del consiglio si è speso con tutte le sue “forze” per non farlo passare..domani ultima spes, la decisione della Corte Costituzionale a cui è ricorso impugnando il responso della Corte di Cassazione a cui era ricorso in primis!

Non ci serve il nucleare, abbiamo un clima favoloso, con molto sole, vento, siamo circondati quasi interamente da mare..e come satiricamente disse un giorno la Litizzetto..con il solo giramento di @@ di tutti gli italiani potremmo illuminare la Val D’Aosta. L’energia prodotta dall’atomo, ce ne darebbe il 30% in più…Vi chiedo: se al rischio certo, probabile, eventuale e crudele, scegliessimo il risparmio, non sarebbe preferibile? Quest’altro video che vi sottopongo, contiene scene atroci…per favore non chiudete gli occhi, guardatelo attentamente e dopo scegliete..


Altro quesito, l’acqua!

Il 22 marzo 2009 in Turchia si è concluso il forum mondiale sull’acqua, una settimana di lavori che ha visto coinvolti 155 paesi e oltre 25.000 addetti ai lavori .Il punto di contesa sta nella definizione “di acqua come bene, portata avanti dalle multinazionali, o invece acqua come diritto”.
Ebbene la conclusione finale, la risposta alla crisi è stata :”l’accesso all’acqua potabile e alla bonifica è una necessità umana fondamentale, ma non un diritto “. VERGOGNA!!
Negando la sacralità del diritto all’acqua si nega ogni forma di diritto alla vita. Il nostro pianeta è coperto d’acqua per il 75% ma, escludendo il 97% di acqua salata e il 2% congelata nei ghiacciai,rimane solo un misero 1% a disposizione. L’acqua è una risorsa che non soddisfa solamente i bisogni fondamentali degli uomini ma è la chiave dello sviluppo, producendo e sostenendo il benessere attraverso l’agricoltura, la pesca, la produzione   di energia, l’industria, i trasporti e il turismo, ma è anche vitale per tutti gli ecosistemi globali.
Ciononostante ci troviamo di fronte ad una crisi mondiale delle risorse idriche.
L’esplosione demografica (nell’ultimo secolo è triplicata) e il conseguente aumento dei consumi fanno propendere scienziati, personalità politiche ed esperti di strategie a confermare la tesi che le guerre del XXI secolo scoppieranno a causa delle dispute per l’accesso all’acqua. Mark Twain sosteneva: il whisky è per bere, l’acqua per combattersi.
Tra il 2020 e il 2025 è stato stimato che tre miliardi di persone resteranno senza acqua e gli Stati economicamente più sviluppati invece di portare solidarietà ed aiuti, condividendo ciò che hanno ottenuto non per bravura ma per fortuna, stanno già sfruttando la situazione per trasformare questa risorsa in bene commerciabile:”l’oro blu”la chiamano.
Occorre prendere coscienza per scongiurare quegli scenari apocalittici che prevedono tra meno di un ventennio d paragonare l’acqua al petrolio:un bene prezioso in via di esaurimento .
Considerando quanto essa sia indispensabile appare evidente la follia a cui stiamo giungendo: se potessero commercializzare l’ossigeno lo farebbero.Non è una battuta spiritosa ….non commercializzano l’ossigeno perchè ancora non hanno trovato il modo di appropriarsene.
L’acqua elemento naturale , condizione indispensabile per ogni specie vivente non è illimitata inesauribile e soprattutto non è per tutti!. Non è per tutti?…Un bene inalienabile , naturale, vitale non è per tutti?
Purtroppo no! Solo in nove Paesi è localizzato il 60% delle risorse naturali di acqua, invece per 80 Paesi si può parlare di stato di penuria.
Oggi sono circa 1.400.000.000 le persone che nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile, inoltre più di due miliardi di persone non hanno alcun sistema sanitario domestico e una persona su tre al mondo non beneficia di sistemi d’epurazione delle acque usate;  sono otto milioni i decessi annui attribuiti alla carenza di acqua, 3.900 bambini muoiono ogni giorno a causa della sua mancanza.

Tutto questo per dire solo, quanto essa sia fondamentale…in Italia si vuole privatizzare questo diritto, consentendo un introito economico del 7% di guadagno netto agli investitori privati e dar loro la possibilità di determinare il costo dei consumi. Vogliamo questo?


Ultimo ma non ultimo per importanza…il quesito sul legittimo impedimento. E’ quello che fa “friggere” maggiormente il premier, tanto da portarlo furbescamente alle strategie di non far passare gli altri referendum, per eludere questo. Perchè ha tanta paura? Perchè lo porrebbe nella condizione di uguaglianza con il resto dei cittadini, difronte alla legge, senza i benefici e gli sconti di politico. Mi pare giusto…anzi doveroso, uno che governa deve essere più pulito degli altri e far rispettare per primo le regole! Ovviamente lui non la pensa così, sentite cosa dice:

Io andrò a votare e mi porterò tutti i parenti appresso e dirò per quattro volte: Sì, Sì Sì, Sì….

Semplice


L’Italia unita…non vi vuole!

Da Trieste a Catania, la maggioranza degli italiani ha detto no ad amministrazioni comunali di centrodestra. Persino Arcore ha detto no!!

Abbiamo sofferto per tanti, troppissimi anni, costretti, insultati, denigrati, mortificati, depauperati, avviliti, ingrigiti, assopiti, sfiancati, indignati, arrabbiati, delusi e disillusi, da un governo ostile, arrogante, prepotente, inadeguato, impreparato, fannullone che ha deriso i nostri dolori, la nostra dignità, i nostri figli..finché un pomeriggio di maggio, dopo aver trattenuto il fiato, logorati dalla tensione..è esplosa la gioia!!! Il pensiero felice viaggiava su autostrade invisibili…e come un respiro circolare ci abbracciava tutti.

Un vento amico ha cominciato a volteggiare furioso, deciso, dissolvendo nebbie e nuvole dense, ragnatele e polvere stagnante. Questo vento che ci ha alzati da terra riunendoci sotto un’unica, libera, bandiera tricolore…si chiama:consapevolezza. Consapevolezza che ci rende liberi da catene, da vassallaggi…e questa libertà ce la siamo ripresa senza bisogno di lime, complotti, fucili o mannaie…è bastata una matita per fare un semplice segno. In quel segno c’è la nostra forza di popolo libero che rivendica dignità, libertà, giustizia, legalità, diritto. In quel segno c’è una rivoluzione! In quel segno c’è il valore che noi diamo alla vita. Abbiamo vinto!

Che bella sensazione..ci sentiamo liberi, leggeri, come quando ci leviamo il cappottone ..siamo liberi, belli, puliti e con il cervello. E’ finito un incubo! Come dopo un sonno agitato popolato di mostri..ci svegliamo di soprassalto con il cuore in gola…aprendo gli occhi, nonostante le immagini siano ancora presenti e la fronte è madida di sudore, tiriamo un sospiro di sollievo dicendo: era solo un incubo…è passato…e ci apprestiamo con leggerezza e serenità a vivere il nuovo giorno.

Non eravamo governati..no! Perchè governare un popolo significa ascoltarne i bisogni, capirne i messaggi, rispettarlo, garantirne lo sviluppo e prodigarsi affinchè a tutti ma proprio tutti, venga data la possibilità di esprimersi per soddisfare le esigenze di un tenore di vita dignitoso e nel rispetto della legalità.. Siamo stati per quasi 17 anni gestiti da sudditi…e come sudditi non si aveva il diritto di lagnanze perchè immediatamente si veniva redarguiti, vilipesi, offesi..mentre il sultano e la sua corte poteva godere di tutte le libertà, lecite e illecite.

Io ero contenta, specie negli ultimi tempi, quando lo straparlare sconveniente, fuori misura, si insinuava in ogni fessura, entrando persino dentro le ossa..tra me e me dicevo: parla più che puoi, esagera fino alla follia…sarà la volta buona che i cerebrolesi dimostreranno il contrario! Non hanno seguito Confucio:” è meglio tacere e far dubitare di essere cretini che parlare e togliere ogni dubbio”-In compenso tacciono adesso…forse conoscono quest’altro detto: “quando il nemico ti sta sopra, non agitarti, gode di più,”

C’è tanto da fare da domani…abbiamo ereditato una casa sgarrupata che casca e pende..la fatica non ci fa paura..ce ne fa tanta la saccenza, l’arroganza, la prepotenza. Per stasera si fa festa…solo festa!

Semplice